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Io sono un gatto

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Rossella gava
Recensito in Italia il 17 marzo 2025
Mi aspettavo di meglio a me è risultato un po’ noioso
Valeria
Recensito in Italia il 11 aprile 2025
“Io sono un gatto. Un nome ancora non ce l’ho” così inizia questo romanzo.Frasi celebri che vengono omaggiate da altri due romanzi successivi: “Se i gatti scomparissero dal mondo” di Kawamura Genki e “Cronache di un gatto viaggiare” scritto da Hiro Arikawa.Questo è solo la punta dell’iceberg su quanto questo libro sia prezioso ai giapponesi.Come si può capire il protagonista e narratore è proprio questo gatto che vive nella grande, malandata tenuta del suo padrone squattrinato, il professore Kushami. Ed è proprio lui ad essere soggetto principale delle riflessioni filosofiche del gatto, che ne descrive carattere, abitudini, pensieri con acutezza e grande disincanto.Il gatto spesso riflette sulle stranezze degli esseri umani dando risalto ai comportamenti no-sense, smontando la loro società con umorismo e tono giudicante, inserendo sempre una morale molto arguta che inquadra la realtà - cosa che ai personaggi umani non riesce -.“Sia per gli uomini che per gli animali, è fondamentale nella vita conoscere se stessi. Se una persona riuscisse veramente a a conoscersi, meriterebbe più rispetto di un gatto. Il giorno in cui questo avvenisse, smetterei subito di scrivere questo irrispettoso resoconto che sicuramente irriterà qualcuno”.È abbastanza difficile trasmettere a chi non lo ha letto, il grande affetto che mi ha preso con lo scorrere delle pagine, nonostante il ritmo non sia del tutto incalzante.E quanto questo gatto mi abbia fatto affezionare a lui. Avrei tanto voluto adottarlo.Questo romanzo è un flusso di coscienza e conoscenza, ilare, satirico, profondo da cui non si ha che da imparare. Non ha caso viene studiato nelle scuole nipponiche.È uno spaccato di vita della popolazione giapponese del 1906, che sta cambiando, negli usi, costumi e pensieri in conseguenza all’apertura verso l’Occidente.Sōseki qui ci mette se stesso, trasformando delle sue esperienze di vita in personaggi ed eventi, anche lui professore di inglese intimorito del suo predecessore, proprio come Kushami.Una piccola auto citazione di un personaggio col suo nome di cui sentiremo parlare per mezza pagina, che viene schernito regalandogli l’appellativo di “cretino” per aver scritto “Una notte”, un racconto breve nel 1905.Vorrei soffermarmi sulla struttura quasi teatrale dell’opera, dove i molti dialoghi si incentrano nella casa del professore Kushami. Non dimentichiamo che il cinema è ai primi albori, tutte quelle forme stilistiche creatasi successivamente dai film di cui siamo abituati oggigiorno, sono totalmente inimmaginabili.“Il tempo di chiudere la manoe le nuvole diventano pioggia”SPOILERPassiamo alla parte finale.L’autore introduce una piega che mai avrei pensato mi avrebbe fatto venire i brividi: uno spaccato sull’eventuale futuro che l’umanità avrebbe dovuto affrontare. E qui c’è tutto un filone che la scrittrice Murata Sayaka ha preso, digerito e ha sfornato nei suoi capolavori come “Parti e Omicidi”, e “I terrestri”.Parlando della fine del gatto, che si può dire se non commovente?!Mi ha lasciato con un senso di amarezza e dispiacere che è stata la ciliegina sulla torta di questo incredibile testo.“Io sono un gatto” lo porterò nel cuore a lungo.
BillWilson91
Recensito in Italia il 15 settembre 2024
Edizione meravigliosa di un classico della letteratura mondiale.Le illustrazioni sono molto belle.È un piacere da leggere e da sfogliare anche solo per i disegni.Che dire della storia? È Soseki, leggetelo!
Giulia
Recensito in Italia il 2 dicembre 2024
Questo libro ci dona l’esperienza di vedere il comportamento dei personaggi umani dal punto di vista di un gatto in grado di filosofeggiare.Spunto di tante riflessioni è davvero molto piacevole
TanTan
Recensito in Italia il 7 ottobre 2024
Personalmente non ha catturato particolarmente la mia attenzione. Narrazione (forse) eccessivamente lenta. Tuttavia, idea interessante
alberto b.
Recensito in Italia il 19 gennaio 2023
Il mondo attraverso gli occhi di un gatto è sicuramente originale, interessanti sono le riflessioni che fa il protagonista, però lo trovo eccessivamente allungato, avrei tagliato delle parti
Mariapia R.
Recensito in Italia il 4 novembre 2022
Ho scoperto questo autore nei miei anni di università e fin da subito mi ha incuriosito. Ho quindi deciso a distanza di anni di acquistare la versione kindle di questo libro che lessi in lingua originale circa 4 anni fa. La traduzione in italiano è davvero di un livello eccelso e il libro in se è così insolito, prioprio come ricordavo: scrivere un libro dalla prospettiva di un gatto è qualcosa di geniale, soprattutto poi se si tratta di un gatto come il protagonista in questione! Consigliato davvero a tutti perché non è banale, non è il classico libro che ci si aspetta ed è davvero,davvero interessante anche per conoscere il Giappone dell'epoca
Vani (lettrice da spiaggia)
Recensito in Italia il 19 settembre 2016
Chi pensasse che questo è il solito zuccheroso libretto per gattofili in cui a suon di miagolii e strusciate vengono raccontate in modo melenso le vicissitudini di un cosiddetto “amico a quattro zampe” si sta sbagliano di grosso. Si tratta in realtà di un libro particolarissimo, del primo '900, che a ragione può essere considerato un classico della letteratura giapponese. È incontrovertibile, d’altra parte, che essere un po’ gattofili è un buon prerequisito per una lettura divertita e appagante di questo romanzo decisamente fuori dal comune. L'io narrante, come si è già capito, è un gatto capitato per caso (e mal sopportato dai più) nella famiglia di un docente di lingua inglese, il nevrotico professor Kushami, che riunisce intorno a sé una piccola folla di intellettuali ognuno a suo modo un po’ balordo, avvezzi a chiacchierare di storia e filosofia, nonchè delle proprie piccole vicissitudini quotidiane. È così che il gatto viene a conoscenza dei problemi di Kangetsu, un fisico ex studente del professor Kushami, della sua stravagante storia d'amore con Tomiko, la viziata figlia degli arroganti vicini di casa, i ricchi coniugi Kaneda, e delle vicende personali di altri visitatori che si avvicendano senza sosta nella casa di Kangetsu: il buontempone Meitei, l'uomo d'affari Sanpei, il poeta Tōfū ed altri personaggi minori.Attraverso le conversazioni degli umani, dunque, il gatto osserva il mondo attorno a sé, in particolare i cambiamenti in corso, allorché, con l’avvento dell’era Meiji e un lento affacciarsi all’Occidente, il Giappone è in bilico fra modernità e tradizioni. Essendo inoltre superiore alle umane meschinità, riesce a raccontare i dettagli di ciò che ascolta dopo averli passati al filtro del suo giudizio di larghe vedute. Incapace di svolgere vere funzioni da gatto - come ad esempio uscire vittorioso da una battaglia con i topi - osserva ed analizza il comportamento umano dal suo privilegiato luogo di ascolto, le ginocchia del padrone, commentando ogni cosa a suo modo con lunghi, divertentissimi monologhi; via via sempre più erudito, è in grado di argomentare di storia antica, letteratura, medicina e varia umanità. Attraverso una narrazione brillante e una modalità di pensiero filosofica e un poco zen, il gatto senza nome fornisce elegantemente un nitido affresco della società giapponese dell’epoca, tratteggiato con spirito ed autoironia pungente. Il finale, poetico quanto malinconico, forse tipico di molta letteratura orientale, dopo tanti sorrisi e spontanee risate lascia un senso di agrodolce inquietudine.
MASASHI YAMAGUCHI
Recensito in Canada il 13 settembre 2013
My wife wished to read the book in translated form, from Japanese, and I purchased those in English, French, Italian and Spanish. She is quite pleased to get these books.

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