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Recensito in Italia il 7 settembre 2024
Con questo libro Mary Shelley ha inventato la fantascienza, che non è un genere di evasione con le astronavi ma letteratura che, cambiando prospettiva sulla realtà con ipotesi sul “possibile”, ci pone davanti i più grandi dilemmi morali. In più, lo stile epistolare, gli sprazzi di descrizioni suggestive e l’afflato del più ispirato Romanticismo, fanno di questo romanzo un capolavoro. La creatura ha poco a che vedere con quella cinematografica e lo sfortunato Frankenstein, più che uno scienziato pazzo, sembrerebbe celare la personalità di Bysshe Percy Shelley, il grande poeta e amato marito della scrittrice.
SANGUANINI BRUNO
Recensito in Italia il 6 giugno 2024
Ben stampato e rilegato. Prezzo giusto.
ARturo
Recensito in Italia il 21 ottobre 2024
Queste edizioni illustrate BUR Deluxe sono curatissime, le traduzioni valide.
Luca
Recensito in Italia il 25 novembre 2023
Questo classico dell’horror otico ha la struttura del lungo flashback nel quale il protagonista, il prof. Frankenstein, alla vigilia del confronto finale con il mostro da lui stesso creato si confida col capitano della nave che l’ha soccorso e gli racconta la storia della sua vita, dall’infanzia felice ai suoi studi di filosofia naturale, la chimica e la biologia che gli hanno consentito di creare una creatura vivente, ma un uomo dalle fattezze irresistibilmente orrende tuttavia.Proprio il suo aspetto orripilante costituisce la causa dell’allontanamento da parte del suo stesso creatore, e il sentirsi rinnegato porterà a sua volta il mostro a intraprendere la via della crudele vendetta e diabolici massacri che possano placare la disperazione che gli deriva dal sentirsi apolide, rifiutato da tutti, incapace di destare anche solo un briciolo di empatia.In questa prima parte del romanzo io ho trovato il momento di maggiore apertura alla riflessione esistenziale da parte dell’autrice. Non penso affatto che Frankenstein riproponga il mito di Prometeo, come suggerito da autorevoli critici letterari, il contesto mi sembra completamente diverso, così neppure mi è parso equiparabile alla cacciata di Adamo dall’Eden o di Lucifero dal paradiso.Mi è sembrato molto più chiaramente una riproposizione in chiave pessimistica di Dio, nella figura del prof. Frankenstein, e della creazione dell’uomo, il mostro senza nome, appellato però con i più malevoli aggettivi. L’uomo non è quindi fatto a immagine e somiglianza di Dio bensì una creatura profondamente deforme e corrotta, che Dio non esita a scacciare e rinnegare, relegandolo a una vita di miseria e solitudine. Mi torna in mente la riflessione di Brad Pitt/Tyler Durden in “Fight club”: >E dal senso di smarrimento che deriva da tale constatazione segue il male che tutti gli uomini fanno nell’annaspante ricerca di un poco d’amore, da parte dei suoi simili in genere e nell’amore romantico con ancora più disperante ma ancora vano augurio. Solo nel contatto con la natura e l’inanimata bellezza del creato il mostro trova di tanto in tanto parziale sollievo, e tuttavia come prevedibile ciò non basta a soddisfare il suo rabbioso bisogno d’accettazione tra i suoi simili.Ancora ricco di passaggi di filosofia esistenziale, nel suo peregrinare senza meta il mostro giunge a causare indirettamente la morte di Dio, del suo creatore, e solo allora, quando realizza che la fonte del suo odio esistenziale era suo malgrado, l’unico riconoscimento della sua esistenza, che in qualche modo lo rendeva non-solo nel mondo, allora a lui si ricongiunge ravvedendosi per la vita di miseria che aveva deliberatamente condotto.E’ un’opera che per quanto mi riguarda interroga profondamente il lettore sul suo rapporto con Dio (che ci creda o meno), con il creato e con l’amore e per questo, pur senza avvicinarsi minimamente allo spessore e il rigore ad esempio di Dostoevskij, merita un posto di rilievo nella grande letteratura di ogni tempo.La prosa è scorrevole e gli eventi si succedono con grande fluidità. Non gli riconosco il voto massimo solo perché nella seconda parte saltano agli occhi incoerenze incredibili nelle azioni del protagonista e non trascurabili buchi nella trama.
Cliente
Recensito in Italia il 16 ottobre 2019
Non avevo mai letto prima quedto libro perché pensavo che fosse noioso e con un metodo di scrittura di molto superato, ho iniziato a leggere questo libro più che altro per noia dei viaggi in treno e sfida verso me stessa, ma devo dire che mi è piaciuto davvero molto. Mi emozionavo con il racconto del dottore in base alle emozioni che provava lui e la storia mi ha intrigato molto..
nicole mantaut
Recensito in Italia il 12 febbraio 2019
Capolavoro! Da leggere almeno una volta nella vita.Scritto divinamente, romanzo gotico avvincente. Nulla delude: le ambientazioni, sono bellissime le descrizioni del lago delle foreste dei ghicciai. la caratterizzazione dei personaggi, chi è alla fine il “mostro” e chi l’umano? Le vicende narrate, la fantasia di Mary Shelley non ha limiti eppure riesce a rendere tutto così reale. L’adoro e adoro il suo romanzo.
Zoe
Recensito in Italia il 19 ottobre 2018
Acquistato per un compito di scuola di mia figlia. Non l'ha conquistata. Troppo lento secondo lei. Sono sicura che tra qualche anno lo apprezzerà di più ma intanto è servito allo scopo.
Giuseppe
Recensito in Italia il 6 agosto 2017
Molti che, come me una volta, hanno visto solo le trasposizioni cinematografiche del romanzo di Mary Shelley non possono neanche lontanamente immaginare cosa rischiano di perdersi nell'eventualità di non leggere l'opera originale. I film, infatti, basandosi quasi esclusivamente sull'aspetto che più incuriosisce il pubblico nella sua generalità, ovvero quello fantascientifico, non riproducono minimamente i temi profondamente filosofici che caratterizzano questo meraviglioso romanzo. I temi a cui alludo sono fondamentalmente due: 1) La straordinaria quanto commovente introspezione psicologica dell'autrice relativamente alla figura del "mostro" (vero protagonista umano del romanzo), il quale viene immerso in un mondo che non può accettarlo mentre lui, come qualunque essere vivente dotato di coscienza, vorrebbe essere amato e compreso; 2) La metafora del rapporto "io-inconscio" rappresentata dalla ineludibile lotta e dal continuo inseguimento per tutto il mondo tra lo scienziato (l'io) e il mostro (l'inconscio) che pone in evidenza l'inscindibilità tra la nostra coscienza e i nostri istinti naturali. E tutta questa profondissima analisi psicologica e filosofica viene espressa attraverso un'arte di scrittura davvero monumentale, di una poeticità e scorrevolezza che pongono questa magnifica scrittrice ai livelli di Edgar Allan Poe e di Ambrose Bierce. L'edizione proposta da BUR (Rizzoli), poi, rappresenta una garanzia di qualità anche relativamente alla realizzazione digitale del libro cartaceo. Meravigliosa e suggestiva, tra le altre cose, la copertina. In parole povere, un libro da acquistare e da conservare gelosamente!
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