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Caccia allo zero. L'odissea di un matematico per svelare l'origine dei numeri

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Recensito in Italia il 2 gennaio 2017
libro interessante che sposta l'origine dello zero verso oriente. Ovvio che tale ritrovamento non puo essere che l'inizio di una nuova analisi dell'uso dello zero.
Parodi Angelo
Recensito in Italia il 19 giugno 2016
Ci si aspetta una profonda ricerca ed una esposizione sull'origine e sullo sviluppo dei numeri e dello zero in particolare. No, nessuna novità.A parte qualche riferimento storico e qualche lezioncina sui numeri, ci spiega solamente come ha ritrovato (comunque dentro ad un deposito di un museo) la stele con il primo segno "zero".Il libro è pieno di riferimenti autobiografici di scarso interesse, di note religiose e filosofiche orientali mal spiegate e con modeste analisi, e di giudizi personali opinabili.Si tratta del tipico libro autoreferenziale scritto da un accademico che non ha più nulla da dire.
Ermanno
Recensito in Italia il 14 marzo 2016
Dopo aver letto dello stesso autore ”L'enigma di Fermat” e “L'equazione di Dio” mi aspettavo la narrazione del percorso sul pensiero matematico che ha condotto l'umanità alla scoperta e successivamente all'uso dello zero, con tutte le conseguenze nei vari àmbiti della scienza e della tecnologia.Al contrario il testo narra dei viaggi che hanno condotto il ricercatore in cerca dei primi simboli numerici, in paesi dell'estremo oriente, trattando soprattutto l'aspetto folcloristico e geografico, relegando in secondo piano il tema principale.Il lettore viene così a conoscere come in alcuni templi ormai diroccati presenti in remote località di Laos, Vietnam, Thailandia si trovino iscrizioni numeriche mescolate a bassorilievi e figure che con la matematica hanno ben poco a che fare, in cui l'autore vede con molta fantasia la presenza dei primi zeri.Ora su tutti i libri di fisica è riportata l'Eolipila, ma a nessuno verrebbe in mente di attribuire l'invenzione della macchina a vapore ad Erone; o ancora quasi certamente alcuni popoli nordici hanno raggiunto l'America del nord attraverso lo stretto di Bering, ma nessuno a tutt'oggi ha deciso di attribuire a tali popolazioni la scoperta dell'America.Non basta aver fatto una qualsiasi scoperta se poi non se ne capisce l'importanza e non si rende noto quanto scoperto.Ciò che invece mi ha colpito è l'evidente antioccidentalismo che pervade ogni pagina del libro; l'autore non perde l'occasione di rimarcare come la cultura orientale superi in ogni suo aspetto quella occidentale.Anche su un argomento secondario quale la visita fatta alla sorella, durante il trasferimento da Boston alla Cambogia, scrive come fosse guarita dal cancro solo curandosi con “meditazione, erbe medicinali e altri metodi naturali”, senza ricorrere alle “distruttive terapie occidentali che indeboliscono solo il sistema immunitario”.L'influenza del mondo arabo nella scoperta dell'attuale sistema di numerazione viene notevolmente ridimensionata e ad ogni capitolo la presunta data della comparsa dello zero viene continuamente anticipata, sempre volgendo lo sguardo all'estremo oriente.Da quest'autore mi aspettavo ben altro; questo volume si inserisce molto bene come racconto folcloristico di viaggio, meno bene come saggio matematico.
Giacomo Maria Mondello
Recensito in Italia il 13 marzo 2016
Molto interessante anche per chi non si intende di matematica. Mi piacerebbe conoscere il nome dell'archeologa italiana che voleva "restaurare" l'iscrizione k-127

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